Si chiama “Vorrei essere Belen” il cortometraggio sul tema del cyberbullismo.
Presentato in Senato lo scorso 25 ottobre e scelto come buona pratica dalla Presidenza della Repubblica, dal Miur e dal FoNaGS (Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola), offre interessanti spunti di riflessione e di (inter)azione.
Può talvolta essere difficile per un adulto trovare la giusta modalità per aprire una conversazione costruttiva con un adolescente, che permetta di conoscere il suo punto di vista su argomenti sensibili e di esprimere al tempo stesso il proprio.
Ecco allora che un breve video può trasformarsi in un utile alleato.
Segue un’attività di facile svolgimento sia in classe che a casa.
I temi principali sono quelli del cyberbullismo, dell’omofobia e del pregiudizio in adolescenza.
Un’attività
Dopo aver visto insieme il video, discutetene seguendo questi 5 spunti di riflessione.
Se siete insegnanti proponete una vera e propria attività in piccoli gruppi e una discussione finale con tutta la classe.
Se siete genitori, siate curiosi e mettetevi nella posizione di chi ascolta, non in quella di chi giudica.
- Percezione della gravità
– Quanto è grave per te, da 1 a 10, il gesto di prepotenza attuato online e poi offline dai compagni? Perchè?
– È più grave il comportamento dei bulli o quello dei compagni che osservano senza intervenire? Perchè?
- Le emozioni e la capacità di mettersi nei panni dell’altro
– Quali sono le emozioni che vittima, bulli e compagni provano?
- Esperienze
– Ti è mai capitato di essere stato vittima, testimone o autore di prepotenze online e offline?
– Ti va di parlarmene?
– Quali emozioni hai provato?
– Ti comporteresti nello stesso modo se dovesse accadere di nuovo?
- La capacità di reagire e chiedere aiuto
– Cosa avresti fatto al posto della vittima?
– Perchè, secondo te, il protagonista non parla con i suoi genitori o con i suoi insegnanti?
– Tu me ne avresti parlato?
- Le conseguenze giuridiche
– I ragazzi sono punibili penalmente?.
Con l’aiuto di queste domande, la visione condivisa del video può diventare l’occasione non soltanto per individuare eventuali segnali d’allarme (situazioni di vittimizzazione nascoste, comportamenti prepotenti minimizzati, bassa percezione della gravità di determinate condotte etc.), ma può aiutare l’adulto a sintonizzarsi con i bisogni e le emozioni di ragazzi che non sempre riescono ad esprimerli con facilità.
Parole chiave
Ascolto autentico, sospensione del (pre)giudizio, apertura al dialogo, autorevolezza e un buon contenimento con regole condivise.
Dott.ssa Michela Serina
Approfondimenti: associazioneitalianagenitori; osservatorio-cyberbullismo.blogautore.repubblica