Bambini in rete
Lo sharenting è la condivisione in rete di fotografie, ecografie, esperienze di vita e routine come genitori.
Il tema è stato affrontato in un recente studio presentato durante la conferenza annuale dell’American Academy of Pediatrics.
La pediatra B.Keith e la prof.ssa di legge S.Steinberg hanno fornito 7 indicazioni per tutelare i minori e rispettare la loro privacy:
- Conoscere le Norme sulla Privacy prima di condividere.
Social come Facebook permettono di privatizzare il profilo, limitando il numero di persone che potranno vedere le fotografie. Va ricordato che il materiale può essere scaricato e condiviso dagli “Amici”, raggiungendo un pubblico ben più vasto.
- Ricevere le notifiche quando il nome del bambino compare su Google (Google Alerts).
- Se un genitore cerca un parere in rete, relativamente alla problematica comportamentale del figlio, è bene che lo faccia anonimamente e tuteli così la privacy del bambino.
- Cautela quando si condividono i luoghi in cui si trova il bambino, i suoi spostamenti o la routine familiare (“Vado a prendere Matteo che, come al solito, mi aspetta fuori dalla scuola”).
È importante disattivare il GPS prima di postare, per non rendere pubblico il luogo da cui si scrive.
Rischi: contatto da parte di malintenzionati, pedofilia, stalking, rapimenti.
- A partire dai 4 anni, chiedere al bambino se desidera che informazioni personali vengano condivise in rete, per aiutarlo a sentirsi ascoltato e capito, allenando il suo pensiero critico.
- Non pubblicare foto in cui il bambino è nudo o semi-nudo (es. il primo bagnetto).
Il rischio altissimo è che, postate ingenuamente, queste immagini finiscano all’interno di siti pedopornografici.
- È importante che i genitori considerino gli effetti che la condivisione può avere sul benessere e il senso di sè attuale e futuro del bambino.
Attenzione anche quando si condivide la data di nascita del piccolo e il nome.
Si rischia il furto d’identità o il rapimento digitale (appropriarsi di immagini e fingere di esserne i genitori).
Prima di pubblicare è bene prendersi 3 minuti per chiedersi:
- Perchè lo sto facendo?
- Accetto che mio figlio possa finire nel telefono di chiunque?
- C’è un’alternativa alla condivisione?
- Quali sono i rischi?
Le risposte arriveranno, serve chiederselo.
Dott.ssa Michela Serina
Fonte: papers.ssrn.com