#ProviamociInsieme: domande e risposte
Una mamma mi scrive:
“Come dovrei comportarmi se venissi a sapere che mia figlia è stata presa di mira in rete?”
Di seguito 5 suggerimenti:
- Ascoltare
Non va commesso l’errore di giudicare (“Sei stata sciocca! Non avresti dovuto rivelare a nessuno la password”) sollecitando sentimenti colpa (“Se ti fossi comportata diversamente tutto questo non sarebbe successo). La paura del giudizio da parte dei genitori, il senso di colpa e la vergogna per l’umiliazione subita sono i tre più grandi ostacoli che impediscono di chiedere aiuto. L’ascolto empatico e la sospensione del (pre)giudizio permettono di aprire una conversazione autentica, in cui le emozioni della rabbia e della paura, spesso trattenute, possono essere verbalizzate. - Non minimizzare
(“È una ragazzata”).Gli adolescenti temono l’esperienza della vergogna, soprattutto in rete:
“Maggiore è il numero di persone che ride di me, che entra nel falso profilo Instagram creato a mio nome, che riceve il video privato, intimo, inviato superficialmente al mio ex fidanzatino, più intensa è la sensazione di essere rimasta intrappolata in un acquario in cui tutti possono vedermi e dal quale non ho via di fuga”.Il ricordo della brutta figura rimarrà per sempre negli occhi e nella memoria di chi ne è stato spettatore, alimentando l’angoscia del riconoscimento in qualsiasi luogo si scelga di ricominciare.
In questo senso il cyberbullismo non è nè una ragazzata nè una semplice prepotenza ma si configura come una vera e propria esperienza dolorosamente persecutoria (Tonioni, 2014).
- Non è sola e non è colpevole
Il cyberbullismo è una prevaricazione premeditata, intenzionale e senza alcuna giustificazione.
Questo aspetto deve essere ben chiaro a chi ne resta vittima.
Pensare: “È colpa mia se mi prendono in giro. Sono io quella sbagliata e per questo me lo merito!” aiuta a dare un senso a ciò che altrimenti rimarrebbe incomprensibile.
Spiegare che sono moltissime le vittima del cyberbullismo e rassicurare sul fatto che non c’è giustificazione alla prepotenza, aiuta a non sentirsi soli e colpevoli.
- Non drammatizzare ma rassicure: un rimedio c’è
Allo scopo di rimandare alla vittima un’immagine di maggior competenza e sicurezza, è utile starle vicino aiutandola a trovare da sola, per quanto possibile, una soluzione.
- Conservare le tracce e chiedere aiuto
È utile salvare il materiale che può costituire una prova del reato e segnalare al gestore del sito o del social l’accaduto.
La legge sul contrasto del cyberbullismo è un valido alleato per affrontare la situazione.
Informare la scuola è altrettanto importante. In caso di difficoltà il Safer Internet Center italiano mette a disposizione due canali a cui ci si può rivolgere per un consiglio o un aiuto. Il primo è la linea di ascolto gratuita 1.96.96 , il secondo la chat.
La helpline è attiva 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. La chat invece è attiva tutti i giorni dell’anno dalle 8 alle 22 (sabato e domenica dalle 8 alle 20).
Se necessario rivolgersi alla Polizia Postale.Il supporto psicologico alle vittime, agli autori e alle loro famiglie è una risorsa per il benessere psicofisico di tutti i suoi membri.
Dott.ssa Michela Serina
In questo video la storia di Gaetano
Dott.ssa Michela Serina
Fonte: Tonioni, F.(2014). Cyberbullismo.Come aiutare le vittime e i persecutori. Mondadori. Milano ; adolescienza.it