RUBRICA CYBERBULLISMO

Musical.ly: 3 suggerimenti per genitori preoccupati

Cos’è Musical.ly?

Musical.ly è un’applicazione gratuita che permette ai suoi utenti, “musers”, di realizzare video musicali.

Un tuffo in un mare di divertimento per preadolescenti e adolescenti alle prese con l’esplorazione del proprio corpo, la scoperta dell’altro e la creazione di relazioni.

È sufficiente scegliere uno tra i molti brani musicali presenti nella playlist dell’app, inventare una semplice coreografia e sincronizzare le labbra a ritmo di musica.

Quando il video musicale in playbeck è pronto, perfezionato dai filtri di luce, colore e velocità, non resta che decidere se tenerlo per sè o pubblicarlo, rendendolo così visibile agli altri musers.

L’obiettivo è spesso quello di ottenere segnali di approvazione attraverso i like o i commenti positivi e di aumentare il numero dei fan della propria pagina.

Maggiore è la quantità di like e di fan che un muser riesce ad ottenere, maggiore è la sua visibilità e la possibilità di diventare popolari in rete.

Musical.ly consente di condividere il video musicale all’interno di altri social network come Instagram e Facebook o di piattaforme come WhatsApp e YouTube, di chattare e registrare video in diretta.

“Musical.ly mi piace perchè scopro nuove canzoni, ballo, mi diverto e passo il tempo” (Giorgia, 13 anni)

Se da un lato Musical.ly permette a milioni di ragazzini di trascorrere piacevoli momenti in cui dare sfogo alla creatività, socializzare ed esprimere emozioni, dall’altro non ne vanno trascuratiminimizzati i rischi.

Musical.ly: 3 suggerimenti per genitori preoccupati

1- Siate preparati
L’età minima consentita per iscriversi a Musical.ly è di 13 anni.

Ad oggi, tuttavia, falsificare la propria data di nascita, oltre ad essere molto semplice, è all’ordine del giorno.
Sono molti i bambini che, già intorno ai 6/7 anni, creano il loro profilo.

Ci sono tante bambine piccole che pubblicano i musical.ly e magari i genitori non lo sanno. Imitano le musers più grandi.
Secondo me è meglio che i genitori le controllino di più perchè potrebbero pubblicare video in cui fanno troppo le grandi e ricevere giudizi negativi.
Questi video non sono adatti alla loro età, possono rovinare la reputazione e attirare l’attenzione di persone che hanno cattive intenzioni”
(Alessia, 15 anni)

Spesso i profili dei musers sono pubblici.
C
hiunque può accedere al profilo, guardare il video, scaricarlo, commentarlo, chattare e seguire le dirette.

“Quasi tutti i profili sono aperti per essere seguiti più facilmente, ricevere like e magari diventare famosi.
C’è anche chi non lo tiene privato perchè non sa come si fa o perchè non pubblica niente”
(Mattia, 12 anni)

Il suggerimento è quello di privatizzare i profili, segnalare o bloccare gli utenti che mettono in atto comportamenti inadeguati (offensivi, autolesionisti, sessualizzati etc.), non condividere informazioni sensibili (luogo di residenza, scuola frequentata etc.), accettare solo persone che si conoscono e comunicare esclusivamente con loro.
Meglio utilizzare nomi di fantasia.

I figli devono sapere che in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione possono chiedere aiuto all’adulto.

“Se pubblichi dei musical.ly e magari non sei bravo a farli, potrebbero prenderti in giro oppure commentare.
Come tutte le cose social, i commenti possono anche essere negativi.
Io non ho mai ricevuto commenti brutti ma i musers famosi si.
Ci sono gli haters che insultano perchè secondo me sono invidiosi”.
(Martina, 13 anni)

Con la stessa facilità con cui una bambina di 10 anni può fingersi una ragazzina di 14, altrettanto facilmente un uomo di 50 anni può fingersi un coetaneo, contattare la minore ed instaurare una relazione manipolatoria finalizzata allo scambio di materiale sessualizzato, all’incontro offline e, nel peggiore dei casi, all’abuso sessuale.

Episodi di cyberbullismo e adescamento online si verificano anche su Musical.ly.
Siate preparati a parlarne

2- Siate autorevoli
In un’indagine del 2016 la
 Casa Pediatrica del Fatebenefratelli Sacco di Milano ha evidenziato come l’80% dei pazienti adolescenti in cura abbia problematiche che hanno a che fare con la rete.

 Il 45% sono casi di cyberbullismo; il 40% di gioco d’azzardo online, sexting (invio e ricezione di immagini e video sessualmente espliciti), vamping (adolescenti che vivono di notte, dormono di giorno e non vanno a scuola) e alienazione da smartphone (senso di estraneità e di irrealtà che porta a disinteressarsi dell’ambiente in cui si vive e dei propri comportamenti); il 15% di gambling (gioco d’azzardo patologico), sextortion (estorsione a sfondo sessuale), grooming (adescamento), dipendenza da internet.

Ogni situazione, ogni giovane paziente e ogni famiglia ha la propria storia e non è bene fare generalizzazioni.

Va invece ricordato che tali comportamenti problematici non sono necessariamente causati da Internet (“Per colpa di quello smartphone non chiude occhio la notte”; “Da quando ha iniziato con i videogiochi ha smesso di uscire di casa ed è diventato aggressivo“; “Sono preoccupata, non riconosco più mia figlia. Sarà successo qualcosa in quella chat?) ma possono essere la conseguenza di un disagio emotivo preesistente, nato all’interno del sistema di relazioni in cui il giovane paziente è inserito.

Famiglia, scuola e gruppo dei pari sono i sistemi con cui quotidianamente l’adolescente si relaziona e attraverso cui cerca di costruire la propria identità di adulto.
È importante che i genitori accompagnino i figli in questa fase di cambiamento con credibilità, autorevolezza e vicinanza affettiva.

I ragazzi hanno bisogno di regole e limiti che li contengano, stabiliti non per paura di commettere errori come genitori, per un eccessivo senso di protezione o di controllo, ma perchè costituiscono un progetto educativo che li aiuti a diventare adulti consapevoli.

Quando viene regalato il primo smartphone dovrebbero essere stabilite delle regole perchè possa essere usato in sicurezza e con la supervisione dell’adulto.
Ne parlo nell’articolo Imparare ad utilizzare correttamente lo smartphone GIOCANDO: il topino Mirò e le sue 6 semplici regole!.

Crescendo, i limiti dovrebbero essere condivisi e fatti rispettare con coerenza da entrambi i genitori.
Nell’articolo 18 regole per figli iperconnessi: il contratto di mamma Janell qualche spunto per creare un contratto d’utilizzo ad hoc.

Il suggerimento è quello di diventare modelli autorevoli e credibili di comportamenti positivi.
I figli imitano gli atteggiamenti dei genitori per la necessità di identificarsi con l’ambiente familiare da cui provengono. (Tonioni,2014)

3- Siate presenti
Perchè non utilizzare YouTube o partire dai fatti di cronaca per aprire un confronto conoscere cosa pensano e cosa provano?.
Iris Ferrari, ad esempio, a soli 15 anni conta due milioni e mezzo di fan su Musical.ly e 475.000 iscritti al suo canale YouTube.

“Secondo me queste applicazione creano un pò di dipendenza perchè vuoi scoprire cosa fanno gli altri o messaggiare con loro quando non li vedi.
Magari succede qualcosa e vuoi raccontarlo.
Anche i like sono importanti.
Su Instagram o YouTube , ad esempio, avere tanti like e visualizzazioni ti porta a guadagnare qualcosa e può diventare un lavoro.

Per le persone non famose, invece, avere tanti like serve per sentirsi apprezzati e per piacere alla gente”
(Clara, 15 anni)

Dott.ssa Michela Serina

Fonte: Tonioni, F.(2014). Cyberbullismo. Come aiutare le vittime e i persecutori. Mondadori. Milano

 

 

 

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