RUBRICA CYBERBULLISMO

Cyberpedofilia: le 6 tappe dell’adescamento online

Con il termine Grooming si fa riferimento ad “una serie di condotte messe in atto da un sospetto pedofilo, le quali susciterebbero in una persona ragionevole la preoccupazione che qualsiasi incontro con un bambino, derivante da tali condotte, avverrebbe per scopi illegittimi” (Protecting the Public White Paper Act, 2002. In O’Connel, 2013). 

Cosa si intende per pedofilia?

La pedofilia è un disturbo della sfera sessuale caratterizzato da fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti a livello sessuale, che comportano attività sessuale con uno o più minori pre-puberi (in genere di 13 anni o più piccoli). 

Il pedofilo ha almeno 16 anni ed è di almeno 5 anni più grande del minore verso il quale avverte un intenso e ripetitivo desiderio sessuale per almeno sei mesi (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM IV).

Come agisce il pedofilo online?

La rete, oltre ad essere un utile spazio di comunicazione e socializzazione, assume una connotazione negativa se la si concepisce come uno spazio di adescamento, in cui il contatto da parte di estranei, nelle chat e nei giochi online, può tradursi nella rischiosa possibilità di un incontro offline

Sono stati individuati sei stadi dell’adescamento online (O’Connell, 2003):

  1. Selezione della vittima e contatto iniziale: è lo stadio della ricerca attenta di minorenni vulnerabili, disponibili, ingenui e del contatto attraverso una “presentazione personale” più o meno veritiera.
    Il minore viene poi invitato a proseguire la comunicazione in una stanza privata della chat.
     
  2. Creazione dell’amicizia: è lo stadio in cui il pedofilo tenta di ottenere la totale fiducia del minore, instaurando uno stretto rapporto di amicizia.
    Si mostra estremamente paziente, rassicurante, attento e compiacente nei suoi confronti.
    Utilizza tecniche di manipolazione psicologica, come quella di fingersi un bambino/adolescente, un fratello maggiore, uno zio.
     
  3. Creazione della relazione: allo scopo di diventare l’amico più intimo del minore, facendogli credere che la relazione sia di grande valore per entrambi, il pedofilo cerca una modalità diversa per comunicare con lui.
    Spesso chiede il numero di cellulare, l’email o la chat privata.
    Questa fase può durare anche molti mesi.
    Tra gli effetti: crollo dei voti scolastici, perdita di interesse per le attività preferite, disfunzioni del sonno, ossessione nel controllo di messaggi e pc etc. 
     
  4. Valutazione del rischio: per capire fino a che punto può spingersi, il pedofilo indaga quanto è alto il rischio di essere scoperto.
     
  5. Esclusività: il pedofilo induce il minore a mantenere il segreto sulla relazione manipolandolo psicologicamente.
    Spesso svela la sua identità di adulto.
     
  6. Fase sessuale: il pedofilo introduce argomenti sessuali nelle conversazioni affinchè il minore si abbandoni alle sue richieste

SCOPO DEL GROOMING: incontro offline e abuso sessuale 

L’incontro viene richiesto nel momento in cui l’adulto comprende che il minore è completamente invischiato nel rapporto e plagiato a livello mentale.

Dott.ssa Michela Serina

Fonte : O’Connel,R. (2003). A Typology of Cybersexploitation and On-Line Grooming Practices. Cyberspace Research Unit, University of Central. Lancashire.

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